L'Osservatorio dei rischi europei presso l'EU-OSHA ha pubblicato, in lingua inglese, un'opera liberamente accessibile, dal titolo "Calculating the cost of work-related stress and psychosocial risks" che fa il punto sui rischi legati al rischio da stress lavoro correlato.
La relazione descrive la relazione tra stress lavoro-correlato con altri rischi psicosociali e mentali, con problemi di salute specifici (la depressione), malattie cardiovascolari, disturbi muscoloscheletrici e diabete.
I costi legati ai rischi psicosociali, spiega l'EU_OSHA non gravano solo sulle aziende sotto forma di assenteismo e calo della produttività, ma anche sui singoli in termini di deterioramento delle condizioni di salute e della qualità della vita: è dunque tutta l'economia nazionale e la società a pagarne il prezzo. E ignorare lo stress è peraltro molto più costoso che affrontarlo.
Il rapporto riassume gli studi sul calcolo dei costi legati allo stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali. I costi principali per gli individui riguardano danni alla salute, il reddito più basso e una ridotta qualità della vita. Quelli aziendali sono invece i costi legati all'assenteismo, alla ridotta produttività o all'elevato turnover del personale, oltre a spese sanitarie e risultati di business inferiori alle aspettative, aspetti che incidono sulle economie nazionali e sulla società.
Dallo studio emerge che il costo della Depressione in Europa, per esempio, è pari a 118 miliardi di euro, pari a 1% di PIL europeo, mentre negli USA, nel 2003 ammontavano a 83,1 miliardi dollari. In base alle stime riportate dallo studio Nichols et al. (2012) i costi per le malattie cardiovascolari in Italia ammontano a 14.488.331 euro ma sono Lituania, Estonia e Polonia gli Stati che spendono la percentuale più alta del loro budget per combattere queste patologie (17% in Lituania, in Italia solo il 10% del budget).
Quanto invece al diabete, uno studio (di Kanavos et al., 2012) sottolinea come nel 2010 i costi in 5 nazioni prese a riferimento (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) ammontano a 90 miliardi (per l'Italia 7,9 miliardi).
Nelle Conclusioni, si sottolinea che l'onere finanziario per le società europee e non solo europee è senza dubbio notevole e, correlativamente emerge che le politiche di prevenzione dello stress e degli altri rischi sociali sul lavoro hanno un effetto sul contenimento dei costi, oltre ad avere ripercussioni positive sul benessere dei dipendenti e per il miglioramento delle loro prestazioni.
Nel rapporto si sottolinea che è necessario sviluppare studi che quantifichino gli effetti positivi legati ad una gestione del rischio psicosociale sul lavoro, anche attraverso semplici metodologie a livello organizzativo per aiutare i datori di lavoro a stimare i costi distinguendo da una parte quelli legati allo stress, e dall'altra quelli degli altri rischi psicosociali.